Assistenza tecnico legale
Per vincere una lite giudiziaria occorre molto di più che essere “tecnicamente” dalla parte della ragione
Nell’ambito giudiziario.
E’ sempre l’aspetto giuridico a prevalere su quello tecnico: è la discriminante tra perdere o vincere una causa.
Ma allora qual è la differenza tra un buon “tecnico puro” ed un buon “consulente tecnico-forense” in sede giudiziaria?
- All’inizio della mia attività, anch’io ero un “tecnico puro”, compiendo quelli che l’esperienza mi fa spinto a definirli “errori”:
- essere concentrato prevalentemente sull’aspetto tecnico della vertenza;
- essere raramente coordinato con il Difensore, fidando della mia competenza tecnica.
- Con l’esperienza ho compreso la necessità di avere ben altre importanti competenze.
- Un buon “Consulente tecnico-forense”:
- predilige il lavoro di squadra fatto con Cliente e difensore;
- è attento anche a tutto l’aspetto giuridico;
- legge gli atti ed i documenti di causa di tutte le parti coinvolte: deve essere informatissimo;
- pone domande; si coordina; acquisisce informazioni;
- propone e segue le strategie concordate nelle decisioni collegiali.
- Nella ipotesi fosse necessario, si avvale anche di collaboratori con specifica competenza;
- non deve mai perdere di vista quale sia l’interesse del cliente consigliandolo opportunamente ed assistendolo nelle trattative di mediazione, di conciliazione e di transazione; in una parola di negoziazione.
- per le quali è indispensabile la capacità comunicativa e strategica;
- queste competenze sono frutto dell’esperienza e della preparazione specifica acquisita con corsi specializzati, e non sono di improvvisazione. Come spesso constatiamo.
Nell’ambito stragiudiziale:
L’assistenza tecnica deve necessariamente:
- superare la visione ristretta che la rende fine a se stessa;
- deve sempre aver ben chiaro che la questione potrebbe sfociare in una causa;
- parafrasando gli antichi Romani” se vuoi la pace prepara la guerra”. Chiaramente senza provocarla…
- ciò è di fondamentale importanza. Sempre.
- Spesso abbiamo constatato che la dichiarata “volontà di transazione amichevole” altro non è che un mezzo per indurci ad abbassare la guardia, per poi colpire meglio.
- quindi essere preparati, ed un pizzico diffidenti, male non fa.
Come si svolge l’Assistenza tecnica:
- preliminarmente vanno richiesti ed esaminati i documenti;
- poi vanno poste le domande pertinenti;
- quindi si debbono fissare gli obiettivi;
- il cliente deve essere sempre consapevole di quale sia la situazione reale:
- se l’aspetto giuridico si presentasse particolarmente complesso tale da fare la differenza tra l’aver ragione o torto, è bene invitare il cliente a farsi assistere dal proprio Avvocato di fiducia.
La Relazione di Perizia:
- la perizia è l’ultima cosa da approntare,
- dopo aver ben chiaro tutto il quadro,
- quale sia l’obiettivo,
- se essa sia in grado di soddisfare le aspettative del cliente.
- La perizia è “un’arma tecnica”.
- Spesso viene usata da chi non è in grado di usarla.
- Con effetti collaterali indesiderati.
- Pertanto è consigliabile, prima di scrivere la relazione di perizia,
- tentare un approccio transattivo alla definizione della problematica insorta.
- Mal che vada il contatto o la trattativa ci consentono di acquisire altre preziose informazioni.
In conclusione, tanto in sede giudiziaria quanto in quella stragiudiziale:
- il tecnico “puro” è in grado di offrire l’assistenza al cliente limitatamente all’aspetto tecnico;
- il buon “Consulente tecnico forense” assiste il proprio cliente a 360° avendo la competenza in ambito giudiziario in grado di affrontare al meglio le problematiche.
La differenza è fondamentale, comprovata dalla esperienza quarantennale.
Quindi, se fosse necessario, chi vorreste al vostro fianco ad assistervi?
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